Halloween e il senso della vita

Halloween e il senso della vita

Il periodo è quello giusto per parlare di Halloween, la festa le cui origini non vanno ricercate negli Stati Uniti come molti credono, ma risiedono in Europa, più precisamente in Irlanda. Le origini pagane di questa festa risalgono al Samhain, la festa celtica che celebrava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, secondo il calendario celtico scandito dalle fasi del raccolto. La leggenda vuole che in questa notte le distanze tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottiglino, consentendo agli spiriti di tornare sulla terra a visitare i propri cari. I romani, e successivamente i cristiani, eliminarono pian piano le feste pagane e così la festa di Halloween fu spostata al 31 ottobre per anticipare Ognissanti (1° novembre). Pare infatti che Halloween significhi all hallow's eve, ovvero la vigilia di Ognissanti. 

Halloween ha poi trovato grande fortuna soprattutto negli Stati Uniti, diventando una delle festività più popolari. Costumi elaborati, travestimenti tenebrosi, dolci e decorazioni a base di zucche intagliate, pipistrelli e ragnatele di cartapesta. Durante la notte più paurosa dell’anno si organizzano feste e parate dove i bambini vanno in giro bussando alle porte delle case esclamando la minacciosa promessa trick or treat? Che da noi diventa: dolcetto o scherzetto? Per risparmiarci uno spavento al modico prezzo di qualche dolcetto o caramella. 

Il culto dei morti e delle anime trapassate è comune a molti popoli, che celebrano il rapporto fra la vita e la morte in modi peculiari e diversi fra loro. Per esempio, nello stesso periodo in Messico si celebra il Día de los Muertos, una festa di origine precolombiana durante la quale si onorano i defunti recandosi nei cimiteri dove vengono costruiti altari vicino alle tombe, dipingendosi i volti con i teschi e preparando specialità culinarie come il Pan de los Muertos e teschi di zucchero. Lo spirito che caratterizza questa festa è quindi totalmente positivo, un momento di condivisione per sentire vicini i cari estinti. Questa festa è talmente celebre che nel 2003 è diventata patrimonio dell’Umanità ed è anche stata oggetto del recente film di animazione Disney “Coco”, ambientato proprio durante questa festa. 

Anche in alcune zone dell’oceano Indiano, come Mauritius e il suo arcipelago, la commemorazione dei defunti che avviene il 1° novembre assume una connotazione gioiosa e di festa. Qui infatti, ci si reca al cimitero dove le tombe vengono addobbate e pulite. Successivamente si prepara il piatto preferito del defunto che viene gustato insieme ad un bicchiere di Rhum. In molti Paesi dell’Africa, poi, la danza gioca un ruolo significativo e spesso accompagna i defunti nel loro ultimo viaggio. In Madagascar esiste addirittura la festa della famadihana che prevede la riesumazione degli antenati dopo un certo periodo, affinché si possa festeggiare insieme nel vero senso della parola. 

In Giappone invece si celebra Obon, una festa di origine buddista che si svolge nei mesi estivi di luglio o agosto. Durante questo periodo si accendono le lanterne per guidare gli spiriti che si crede tornino sulla terra a trovare i propri cari. Simile è la festa cambogiana di Pchum Ben durante la quale le persone preparano cibo da offrire alle anime dei defunti che vagano sulla terra. Sempre in Oriente, e più precisamente in Cina, il giorno di Qingming si tiene nel mese di aprile e qui vengono pulite le tombe degli antenati. Anche questa festa, proprio come il Samhain irlandese, ha una valenza stagionale perché celebra il passaggio dall’inverno alla primavera. 

Insomma, i riti possono essere diversi ma la celebrazione della vita e della morte è da sempre una delle pratiche più sentite e comuni a tutti gli esseri umani. 
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